Audio Anathema The Optimist

Pubblicato il Maggio 12th, 2017 | by Paolo Carnelli

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Anathema – The Optimist (2017)

Tracklist
1. 32.63N 117.14W
2. Leaving It Behind
3. Endless Ways
4. The Optimist
5. San Francisco
6. Springfield
7. Ghosts
8. Can’t Let Go
9. Close Your Eyes
10. Wildfires
11. Back to the Start

Etichetta Kscope/CD

Durata 56’16”

Personell
Daniel Cavanagh (guitars, vocals) ● Vincent Cavanagh (guitars, vocals) ● Jamie Cavanagh (bass) ● John Douglas (drums) ● Lee Douglas (vocals). ● Daniel Cardoso (keyboards)

Qualcuno ha detto che l’importante non è il punto di partenza o quello di arrivo, ma il tragitto che si compie per spostarsi da un punto all’altro. L’importante è il percorso, il viaggio. Questo concetto gli Anathema l’hanno fatto proprio già da tempo, fino a non sentire più l’esigenza, prima di mettersi in moto, di modificare i punti di partenza o di arrivo, di pianificare i presupposti dell’andare. Le canzoni hanno lasciato spazio a derive emozionali che poggiano le loro fondamenta su progressioni in cui la marea sonora si innalza lentamente e sapientemente, fino a tracimare nella testa e nel cuore dell’ascoltatore.

THE OPTIMIST prosegue quindi nel solco tracciato da WEATHER SYSTEMS (2012) e DISTANT SATELLITES (2014) apparentemente con poche novità di rilievo. Se non fosse che durante i cinquantasei minuti di musica contenuti nell’album, le note iniziano lentamente a ripiegarsi su se stesse, a richiudersi delicatamente come i petali di un fiore all’approssimarsi delle tenebre. Close Your Eyes sembra contenere fin dal titolo un esplicito invito ad uscire fuori dal bombardamento visivo che la produzione più recente degli Anathema si è ritrovata, volente o nolente, appiccicata addosso. Il cielo si allontana e inizia la scalata a ritroso verso le profondità dell’animo.

E’ jazz, è post rock, è l’ultimo Bowie, è l’universo Radiohead che collidono nelle mani del produttore Tony Doogan (Mogwai). Il breve rito di transizione si conclude nell’orgia sinfonica di Back to the Start: sette minuti che mettono d’accordo gli Smashing Pumpkins di For Martha, i Porcupine Tree di Waiting, gli Yes di No Opportunity Necessary, No Experience Needed e i Beatles di Hey Jude. Possibile? Possibile sì. Possibile che bastino novecento secondi per risollevare un lavoro apparentemente ordinario e costringere l’ascoltatore ad asciugarsi qualche lacrima? Possibile. Come scriveva il grande Isaac Asimov, anche queste sono le meraviglie del possibile.

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