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Pubblicato il Settembre 6th, 2016 | by Paolo Formichetti

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Fiaba – La Pelle Nella Luna (2012)

Tracklist
1. L’Inquisito
2. Le Due Nature
3. Il Povero Giacobbe
4. L’uomo E’ La Preda
5. Le Bestie Del Villaggio Di Ogre
6. La Piccola Greta
7. Il Patto Coi Lupi
8. Il Cerchio Della Morte
9. Morte Di Un Presunto Lupo Mannaro
10. All’Ombra Della Giustizia

Etichetta Jolly Roger Records

Durata 37’52”

Personell
Giuseppe Brancato (vocals) ● Bruno Rubino (drums, bass, acoustic guitar, choirs) ● Massimo Catena (electric guitar) ● Carlo Bonfiglio (electric guitar)

I siracusani Fiaba sono attivi da circa 20 anni, avendo esordito nel 1994 con XII L’appiccato, lavoro forse ancora un po’ acerbo ma che mostrava la grande originalità della formazione siciliana, abile distillatrice di uno strano heavy metal intriso di prog: non eccessivamente tecnico, privo di tastiere e di funambolici solismi chitarristici, ma decisamente ammaliante per i frequenti e repentini cambi di atmosfera, i rimandi al folk nazionale, la voce enfatica e teatrale, gli intriganti testi in italiano (riguardanti personaggi e ambientazioni tipici delle fiabe come streghe, folletti e mostriciattoli vari). A tale esordio sono seguiti altri lavori nei quali i Fiaba, pur rimanendo fedeli al medesimo stile, hanno mostrato progressivi miglioramenti a livello tecnico-compositivo, nella complessità degli arrangiamenti e nella qualità della registrazione. La pelle nella luna è il quinto album del gruppo, ed è un concept avente come tema i lupi mannari, come facilmente intuibile dal titolo e dall’artwork, semplice ed efficacemente retrò. La prima cosa che colpisce all’ascolto è l’atmosfera cupa e lugubre che impregna il lavoro e che scaturisce da testi che sono in netto contrasto con le passate storie da “piccolo popolo” che spesso sembravano uscite dalla penna dei fratelli Grimm o da un Branduardi sotto acido. Qui il concept, ambientato in un ipotetico medioevo fantasy, si dipana in maniera non lineare, quasi fosse una raccolta di racconti a tema, tramandati oralmente dagli abitanti di un villaggio, e non una storia unica con un principio e una fine. Passando all’aspetto musicale, si può notare come esso contrasti con la componente letteraria in maniera se possibile ancora più accentuata che in passato (che poi è uno dei principali motivi del fascino che permea le opere dei Fiaba): sebbene non manchino episodi acustici, i suoni sono spesso moderni, rabbiosi, tanto che se non fosse per il cantato si potrebbe avere l’impressione di essere al cospetto di uno degli ultimi lavori dei Fates Warning. Il risultato è un gran bel disco, con i Fiaba che in particolare dal punto di vista lirico escono nettamente vincitori dal confronto con uno dei temi orrorifici più abusati da cinema e letteratura di genere, grazie ad un approccio tutto sommato abbastanza originale (anche se le allegorie di fondo non sono certo inedite).

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