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Pubblicato il Gennaio 3rd, 2018 | by Pierluigi Romagnoli

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Rachel Kiel – Shot from a Cannon (2017)

Tracklist
Lato A

1. Shot From a Cannon
2. Till the Bell Rings
3. I Won’t Do It
4. Charged
5. Elm and Pine
6. I Can See You’re Going

Lato B
1. Telephone
2. Just To Talk To You
3. Skating Invitation
4. Clara
5. You’re My Favorite Waste of Time

Etichetta Autoproduzione/LP

Personell
Jeff Crawford (guitar, organ, bass) ● Nick Jaeger (guitars) ● James Wallace (drums) ●  Daniel Faust (percussion, drums) ● Charles Cleaver (piano)  ● Rachel Kiel (tip tap dancing on Skating Invitation, guitars, keyboards, flute on Clara, vocals)

North Carolina, contea di Orange, Carrboro. Siamo vicinissimi all’Università di Chapel Hill. Le agenzie di Real Estate esaltano la bassa incidenza di reati contro la proprietà, i prezzi dei villini in stile coloniale sono molto alti per la media nazionale. Ma questo importa poco se vivi in una realtà dove ancora la Supremazia Bianca la fa da padrone. Rachel Kiel, nipote di Ebrei, con un nonno politicamente e socialmente impegnato fino ad essere eletto nel Congresso, conosce le notevoli disparità ancora persistenti nella sua cittadina e contea. Per cui, giunta a quasi un decennio di attività come cantante e songwriter, nonostante la sua giovane età di 28 anni, sa bene che non basta la passione per la musica oggi. Non è più sufficiente. E’ lei stessa ad uscire allo scoperto spiegando il senso reale del testo della canzone, nonché  singolo e video, Shot from a cannon.




Uscire allo scoperto, grazie alla spinta dell’artista e cantante stesso. E’ così, che i testi e la musica di Rachel Kiel si fanno maturi. In un appassionato messaggio giuntomi vecchia maniera, in busta e scritto di pugno, Rachel ci spiega di essere pronta a diffondere questo messaggio: il musicista deve essere un preciso esempio nella vita privata, nella condotta di tutti i giorni e non solo musicalmente in testi e canzoni. Sociale e politico. Non solo politica nelle sue parole (che non traspare netta dai testi sinceramente) ma tanta cultura musicale, di cui Rachel è portatrice. Le sue playlist personali dall’età teen-age a quella più matura spaziano dagli Smiths ai Fairport Convention, da Costello a Bob Dylan. La sua stessa musica è stata accostata dal pop-rock delle Bangles a quel country tipico della zona, cantato da Emmylou Harris.

Ma il suo terzo lavoro che oggi ascoltiamo, non è un minestrone senza capo ne coda, ne una accozzaglia di canzoni che fanno il verso ad altre. Abbiamo finalmente fra le mani una autentica songwriter, giovane, con un futuro ancora tutto da giocare. Brani come la delicatissima Clara, la quasi costelliana Skating Invitation, oppure la ballata rock Telephone accompagnano la title-track che, seppur trascinante, nasconde le vere potenzialità di una scrittrice di canzoni, tipicamente pop americane. Accostiamoci a questo disco con mente libera e sana, come sana e libera sta crescendo una gran parte della gioventù americana, solo apparentemente offuscata da un enorme “falso” ciuffo biondo.

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