Audio

Pubblicato il Settembre 8th, 2016 | by Paolo Formichetti

0

Sezione Frenante – Metafora Di Un Viaggio (2014)

Tracklist
1.La Quiete in un Attimo
2.La Meta non Trovata
3.La Meta non Trovata – Curiosità di Essere
4.Attesa
5.Passaggio
6.Viscido Ambiente
7.Pace Immaginata
8.Quattro Stelle
9.Note Stonate
10.Svegliati Luce

Etichetta Ma.Ra.Cash

Durata 43’00”

Personell

Alessandro Casagrande (drums) ● Mirco De Marchi (keyboards) ● Sandro Bellemo (bass) ● Doriano Mestriner (guitars) ● Francesco Nardo (vocals)

Cercando in rete notizie su questi Sezione Frenante si apprende che si tratta di un gruppo nato nella prima metà degli anni ’70 e che a suo tempo ebbe il suo momento di gloria nell’aprire i concerti di band del calibro di Orme, Biglietto per l’Inferno, Ibis, Perigeo. Il prematuro scioglimento della band le impedì di ottenere un contratto discografico e, di conseguenza, di concretizzare la propria creatività nell’agognato primo LP. I motivi di tali accadimenti rimangono ignoti, ma in un periodo come quello attuale, in cui molti gruppi degli anni ’70 sono tornati in attività con concerti e nuove uscite discografiche, le condizioni per una reunion si sono finalmente realizzate ed hanno portato alla registrazione della loro opera prima, Metafora di un viaggio. Il disco, come facilmente prevedibile, è profondamente legato all’epoca nel quale è stato composto e si avvicina stilisticamente a quanto prodotto dai “mostri sacri” del prog tricolore ma anche a “minori” quali Rovescio della Medaglia o Biglietto per l’Inferno anche se, rispetto a queste due band, la presenza della chitarra è meno dominante e più equilibrata con quella delle tastiere (rigorosamente vintage). Il cantato, orientato sui registri alti, è enfatico e tipicamente seventy così come i testi in italiano mentre la sezione ritmica è vivace con il basso in bella evidenza grazie a partiture ben congegnate. Tra i pezzi migliori possono essere segnalati l’energica La meta non trovata con la sua sezione strumentale introduttiva caratterizzata da un energico interplay tra organo e chitarra ma anche la mini suite finale Svegliati luce, che al prog nostrano mischia suggestioni marillioniane (l’intro è curiosamente simile a Market square heroes, ma lo spirito del jester fa capolino spesso e volentieri in tutto il brano). Per gli amanti del prog nostrano anni ’70 si tratta dunque di una bella (ri-)scoperta anche se in ogni caso non si tratta di un lavoro da classificare nella ristretta cerchia degli “imprescindibili”.

Tags:


Articolo a cura di



Lascia un commento