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Pubblicato il Dicembre 29th, 2020 | by Paolo Formichetti

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The Flower Kings – Islands (2020)

Tracklist
CD 1
1. Racing With Blinders On
2. From the Ground
3. Black Swan
4. Morning News
5. Broken
6. Goodbye Outrage
7. Journey Man
8. Tangerine
9. Solaris
10. Heart of the Valley
11. Man in a Two Piece Suit

CD 2
12. All I Need Is Love
13. A New Species
14. Northen Lights
15. Hidden Angles
16. Serpentine
17. Looking for Answers
18. Telescope
19. Fool’s Gold
20. Between Hope & Fear
21. Islands

Etichetta Inside Out

Durata CD1: 49’40” CD2: 43’01”

Personell
Roine Stolt (vocals, guitars, ukuele, keyboards) ● Hasse Froberg (vocals, acoustic guitar) ● Zach Kamins (pianoforte, organ, keyboards, mellotron) ● Jonas Reingold (Bass, acoustic guitar) ● Mirko DeMaio (drums)

L’esordio di Roine Stolt sulle scene musicali risale al 1975, quando il chitarrista svedese, appena diciottenne, si unì ai Kaipa, realizzando tre album di ottima fattura, veri e propri classici del prog scandinavo. Dopo vari e non troppo riusciti tentativi di produrre musica dal maggior appeal commerciale, il 1994 vide il ritorno di Stolt nel più accogliente mondo del rock sinfonico con la pubblicazione del disco THE FLOWER KING e la fondazione, di lì a poco, della quasi omonima band. Da qual momento in poi la vena compositiva di Stolt non ha più avuto freni: solo con i “Re dei Fiori” gli album in studio che sono stati pubblicati ammontano a quattordici (di cui sette doppi), per non parlare poi dei lavori solisti e dei numerosissimi progetti paralleli (tra i quali Transatlantic e Agents of Mercy sono solamente i nomi di maggior spicco).

Racchiuso da un artwork tipicamente “yessiano”, opera, nemmeno a dirlo, del mitico Roger Dean, ISLANDS presenta 21 brani in pieno stile Flower Kings: rimandi continui ai mostri sacri del prog, così come a Kansas e Spock’s Beard, strizzate d’occhio ai Beatles e al pop, bellissime e ariose melodie caratterizzate dalle alternanze e dagli intrecci vocali creati da due validi cantanti (Froberg e lo stesso Stolt), arrangiamenti complessi e variegati, bei suoni e ottima qualità di registrazione. Come per ogni lavoro pubblicato a nome Flower Kings sorge spontanea la solita riflessione finale: probabilmente una selezione dei brani migliori e la conseguente pubblicazione di un disco singolo avrebbe permesso di calamitare maggiormente l’attenzione dell’ascoltatore, evitando gli inevitabili cali di concentrazione che una simile mole di musica inevitabilmente comporta.

Difficile segnalare brani in particolare, tanto lo stile, come da consuetudine della band, è uniforme e il livello qualitativo sempre medio-alto. Il gradino più alto del podio se lo contendono probabilmente due brani del secondo dischetto: l’allegra e movimentata All I Need Is Love e la malinconica e quasi interamente strumentale Looking For Answers.

 

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