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Pubblicato il Luglio 31st, 2017 | by Vincenzo Giorgio

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Yugen – Labirinto d’acqua (2006)

Tracklist
1. Sévére réprimande
2. Catacresi
3. Omelette norvegese
4. Corale metallurgico
5. Danse cuirassée (periode grecque)
6. Brachiologia
7. La mosca stregata
8. Quando la morte mi colse nel sonno
9. Skellotron 003
10. Le rovine circolari
11. Anastomosi
12. Danze corazzate
13. Labirinto d’acqua
14. Incubi concentrici

Etichetta Autoproduzione/CD

Durata 50’14”

Personell
Paolo Botta ● (E-Piano, Mellotron, Organ, Moog) ● Stephan Brunner (Bass) ● Maurizio Fasoli (Piano)) ● Dave Kerman (Drums) ● Tommaso Leddi (Mandolin, Flute) ● Massimo Mazza (Vibraphone, Marimba, Glockenspiel) ● Elia Mariani (Violin)) ● Giuseppe A. Olivini (Cembalo, Percussion, Shakuhachi, Theremin) ● Peter Schmid (Bassclarinet, Tubax, Subcontrabass Sax, Bass Flute, Taragot) ● Mattia Signo (Drums)) ● Marco Sorge (Clarinets)) ● Markus Stauss (Sax) ● Francesco Zago (Guitars, Keyboards) ● Diego Donadio (Drum Arrangements)

Il caso non esiste. Soprattutto se lo si cerca. Aforismi a parte, non fu certo un caso se la prima performance live di Yugen avvenne il primo dicembre del 2006 nel contesto del weekend dedicato a Frank Zappa organizzato da Musicacontinua a Mestre. Eppure, ad un primo impatto, la musica dell’ensemble lombardo prodotto da Marcello Marinone e “diretto” dal vulcanico e duttile Francesco Zago (chitarrista che fece parlare di sé qualche anno fa con il progetto “genesiano” The Watch nonché autore di quasi tutte le musiche di questo nuovo CD) non sembra avere particolari contiguità con la musica dell’Uomo di Baltimora… ben altri miasmi sembrano ispirarla: il RIO innanzitutto, quello di marca più cameristica legato alla scrittura intrisa di alchemici intrugli post-Henry Cow (assaggiare, ad esempio, la bizzosa Omelette norvegese) ma anche certa “classica esoterica” (Gustav Holst aleggia qua e là soprattutto nei densi chiaroscuri di Quando la notte di colse nel sonno) per non parlare dell’iconoclastia di un Erick Satie (del quale vengono riletti ben tre brani: Severe Reprimende, Danse Cuirassèe e Veritables preludes) senza tralasciare le prospettive seriali di Anton Webern. E non mancano neppure alcuni evidenti citazioni al prog più colto ed evoluto: oltre ai King Crimson più sinfonici citerei senza dubbio anche i Gentle Giant (vedi, ad esempio gli intricati fraseggi nell’incipit di Catacresi). E il buon vecchio zio Frankie allora? Beh, si può dire che la sua sia una Presenza legata ad Assenza (o Essenza?). Infatti nella musica firmata da Zago c’è, soprattutto, quel suo tipico atteggiamento ideologico atto a rileggere, filtrare, anzi, trasfigurare il rock attraverso le fitte maglie della musica contemporanea. Ecco perché, in quell’invernale “rendez vouz zappiano”, sentire il combo prodotto da Marinone eseguire Igor’s Boogie fu semplicemente consequenziale; per dirla alla Igor Stravinskj musica al quadrato. Anzi, al cubo! Insomma questo LABIRINTO D’ACQUA non solo è una bella sorpresa ma, senza dubbio, una della cose più interessanti accadute in Italia (e non solo) negli ultimi tempi. Riprova ne è sia l’interessamento della Cuneiform, sia la positiva accoglienza che questa opera prima ha avuto all’estero. Se, come scriveva Borges, i grandi artisti creano i loro predecessori, per lo meno Yugen ha scelto le citazioni giuste.

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