David Crosby – Sky Trails (2017)
1. She’s Got to Be Somewhere
2. Sky Trails
3. Sell Me a Diamond
4. Before Tomorrow Falls on Love
5. Here It’s Almost Sunset
6. Capitol
7. Amelia
8. Somebody Home
9. Curved Air
10. Home Free
Etichetta BMG/CD
Durata 50’22”
David Crosby (vocals, guitar) ● James Raymond (keyboards, piano, guitar) ● Jeff Pevar (guitar) ● Mai Agan (bass) ● Steve Tavaglione (sax) ● Steve DiStanislao (drums) ● Becca Stevens (vocals on 2)
David Crosby, durante la sua carriera solista, si è concesso volentieri lunghi periodi di pausa tra un album e l’altro. Al contrario, negli ultimi anni sembra invece aver trovato una seconda giovinezza musicale pubblicando tre album nel giro di soli quattro anni, come se avesse improvvisamente aperto i rubinetti dell’ispirazione. SKY TRAILS conferma un momento di felicissima vena creativa per Crosby, smentendo ogni luogo comune sul calo di qualità espressiva degli artisti in tarda carriera. Accanto a lui non va dimenticato comunque l’apporto del figlio polistrumentista James Raymond che specialmente in questo album ha dato il suo contributo come produttore e co-autore di alcuni brani. Dopo il soft rock di CROZ (2014) e il passaggio acustico di LIGHTHOUSE (2016), SKY TRAILS pare chiudere momentaneamente nel migliore dei modi un’ideale trilogia sulle declinazioni del folk.
Come sempre Crosby ci delizia di armonie acustiche di rara suggestione, con pezzi fondati sulle possibilità delle accordature aperte nel sofisticato duetto con Becca Stevens della title-track e nella versione in studio di Somebody Home (già presente nel live degli Snarky Puppy FAMILY DINNER Vol.2). Ma in questa sede a prendere campo è l’amore per il jazz di Crosby, tanto che è strano pensare al fatto che sia stato l’intimo e pacato LIGHTHOUSE ad essere realizzato in collaborazione con Michael League e una parte degli Snarky Puppy piuttosto che questo SKY TRAILS. A partire dalla traccia di apertura She’s Got to Be Somewhere, in perfetta linea Steely Dan, alla canzone di protesta Capitol con un finale che si estende in un elogio alla fusion di Pat Metheny, fino alla rivisitazione di Amelia dell’amatissima Joni Mitchell, l’album ripercorre anche idealmente le tracce della cantautrice canadese nel suo periodo jazz, da HEJIRA in poi, dove gli arrangiamenti nei quali si inseriscono con garbo e calore la bassista estone Mai Agan (nella ballad pianistica Before Tomorrow Falls on Love e Curved Air) e il sax soprano di Steve Tavaglione (su Here It’s Almost Sunset) cercano di ricreare sommessamente la magia del duo formato da Jaco Pastorius e Wayne Shorter. Con tutte le rockstar che sono passate a miglior vita di recente, ringraziamo il cielo che non solo ci ha preservato il genio di David Crosby, ma che l’artista americano sia ancora qui a sfornare capolavori.