Pubblicato il Agosto 6th, 2017 | by Paolo Carnelli
0Syncage – Unlike Here (2017)
1. School
2. Uniform
3. Still unaware
4. Skyline shift
5. Stones can’t handle gravity
6. Redirect
7. Bearing the colour
8. Edelweiss
9. Hunger atones
10. Unlike here
Etichetta Bad Elephant Music/CD
Durata 68’58”
Matteo Nicolin (voce solista, chitarra elettrica, live electronics) ● Daniele Tarabini (basso, cori, flauto) ● Matteo Graziani (tastiere, violino, cori) ● Riccardo Nicolin (batteria, percussioni, cori) ● The Unlike Here string quartet (Matteo Graziani, Sarah Van Eijk, Michele Sguotti, Enrico Graziani) ● Sean Lucariello (tromba su Edelweiss) ● Fabio Ferrante (vibrafono su Edelweiss)
“Salirò salirò salirò salirò…” cantava Daniele Silvestri qualche anno fa. E al loro debutto sulla lunga durata (dopo un singolo e un EP) i Syncage non smettono mai di salire: l’ascolto di UNLIKE HERE è una vera e propria maratona sonora, un salto in alto cromatico dove l’asticella sembra non finire mai di alzarsi. Tutti provenienti dall’ambito classico, poi tradito per amore di Hendrix prima e di Dream Theater, Radiohead e Area poi, i quattro musicisti veneti hanno deciso di gettare sul pentagramma ogni genere di suggestione: “Abbiamo davvero cercato di prendere tutto quel che più ci piace e di farlo coesistere nei nostri pezzi, dalle flautofonie mongole agli ostinati à la Igor Stravinsky”. Nei Syncage c’è un po’ dell’approccio dei Gentle Giant, se vogliamo aggrapparci ai numi tutelari degli anni ’70, soprattutto nella passione sfrenata del gruppo per gli incastri serrati e reiterati, intarsiati con cura maniacale.
E’ vero, talvolta per emozionarsi bisogna cercare tra le pieghe di un lavoro ancora non pienamente a fuoco, a tratti un po’ caotico e ingenuo nel ficcarsi in certi vicoli ciechi tipicamente math rock, ma qualcosa fortunatamente rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure: certe inattese e struggenti parentesi acustiche, gli interventi lancinanti e improvvisi del quartetto d’archi, i geniali soli di chitarra di Matteo Nicolin che sembrano cavalcare la scia di stelle cadenti, l’utilizzo zappiano del vibrafono, la voce che va sorprendentemente a stanare il David Surkamp dei Pavlov’s Dog. Sicuramente un peso specifico molto alto nella riuscita dell’operazione va ascritto alla brillante produzione di Mike 3rd (Pat Mastelotto, Tony Levin, Benny Greb, ExKGB), che ha catturato tutto in analogico al Prosdocimi Recording Studios, e al mastering di Ronan Chris Murphy (King Crimson, Robert Fripp, Steve Morse): ascoltato con un buon impianto UNLIKE HERE rappresenta un’esperienza sonora decisamente elettrizzante. Molto bella anche la confezione digipack con ricco booklet di oltre venti pagine.