Pubblicato il Luglio 1st, 2017 | by DDG
0Xenia Rubinos – Black Terry Cat (2016)
Lato A
1. Romeo
2. Don’t Wanna Be
3. Mexican Chef
4. Black Stars
5. Just Like I
6. Right?
7. 5
Lato B
1. Lonely Lover
2. Laugh Clown
3. I Won’t Say
4. LL
5. See Them
6. Now Ur Being The Girl
7. How Strange It Is
Etichetta Anti-
Durata 43’28”
Xenia Rubinos (Vocals, Keyboards, Bass) ● Marco Buccelli (Drums, Percussion, Guitar, Programming) ● Frasier Campbell (Saxophone, Clarinet).
Loop vocali, R&B, funk, rumori vari, frammenti ed echi che potrebbero venire da St. Vincent o da Linder dei Ludus: inquadrare il disco di Xenia Rubinos in un genere non è semplice (“We build the ghettos and we tear them down”, come canta lei stessa), e alla fine vale la pena classificare il tutto comunque come pop di ricerca, anche se gli ingredienti di base sono sicuramente più “neri” di quelli utilizzati dagli sperimentatori anglosassoni. Dentro BLACK TERRY CAT, seconda opera della cantante statunitense di origini cubane, c’è moltissimo, e su tutto quanto brilla una voce trascinante, che trasforma in canzone pop incendiaria i materiali frenetici di Mexican Chef (da sentire per capire il senso ultimo del vertiginoso amalgama messo su col produttore Marco Buccelli), e in soul straniato e moderno le ritmiche fredde di Don’t Wanna Be. Il contrasto tra i ritmi asciutti (o addirittura feroci) e la voce calda emerge chiarissimo nelle potenziali hit come Lonely Lover o I Won’t Say; ma nel disco non c’è passaggio a vuoto, e pure i brevi interludi e le intro elettroniche come Romeo suonano fresche e personali. A vederla dal vivo, nella scatoletta dei Tiny Desk Concerts di NPR o nello studio di KEXP, si ritrova tutta l’energia compressa nelle registrazioni del disco: e si comprende pienamente anche l’ecletticità dell’artista, a suo agio in un miscuglio di influenze che vanno da Chaka Khan ai Rip Rig & Panic a Erykah Badu (o gli Shellac evocati in qualche recensione particolarmente avventurosa), a ballare davanti al microfono con l’allegria contagiosa di chi sa essere divertente quando canta, perché è sicuramente la prima a divertirsi.