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Pubblicato il Settembre 26th, 2021 | by Davide Arecco

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Arthuan Rebis – Sacred Woods (2021)

Tracklist
1. Albero sacro
2. Oriade
3. Kernunnos
4. Runar
5. Elbereth
6. Come foglie sospese
7. Fairy Dance
8. Danzatrice del cielo
9. Diana

Etichetta Black Widow/CD

Durata 43’34”

Personell
Arthuan Rebis (vocals, celtic harp, nyckelharpa, esraj, classic guitar, acoustic guitar, electric guitar, irish whistles, bawu, gaita, frame drums, percussions, synthesizers, sound bed, sequencers, bass) ● Nicola Caleo (bodhrán on tracks 2, 3, 6;
sequencer and percussions on tracks 1, 2, 3, 5, 6; cymbals) ● Ysmail Emanuele Milletti (fretless bass on tracks 1, 2, 3, 5, 8, 9) ● Vincenzo Zitello (bardic harp on track 7, fujara on track 6, santoor on track 3) ● Paolo Tofani Krsna Prema Das: (Narrator’s voice on tracks 1, 4) ● Giada Colagrande (vocals on track 8) ● Mia Guldhammer (vocals on track 3) ● Gabriele Gasparotti (synth on track 1, 4, 6) ● Glen Velez (bodhrán on track 8) ● Federico Sanesi (tablas on track 9)

Dopo LA PRIMAVERA DEL PICCOLO POPOLO – uscito nel 2020, in sole trecento copie, e dedicato alle tradizioni, sia musicali, sia culturali, dell’Irlanda – ecco arrivare un nuovo splendido lavoro di Arthuan Rebis, artista nel senso vero e pieno del termine.

Le dieci composizioni di questo nuovo disco hanno, al pari del debutto, un sapore antico e atemporale. Si tratta di un progressive folk psichedelico, ancestrale e onirico. Arthuan Rebis, al secolo Alessandro Arturo Cucurnia – è un compositore ligure, polistrumentista, scrittore e arpista dall’eccezionale talento. Nella sua musica, spirituale ed esoterica, si incontrano Oriente e Occidente (un itinerario musicale intrapreso a fine anni Sessanta, e per la prima volta, da East of Eden, Incredible String Band e Kaleidoscope), senza vuoti barocchismi, ma in maniera elegante e misurata, con una cura certosina e attenzione per suoni e atmosfere, sognanti ed eteree.

Il linguaggio musicale di Arthuan Rebis attinge a miti e a simboli, soprattutto europei: il folclore italico e la musica celtica irlandese (un suo costante punto di riferimento), soprattutto. SACRED WOODS è una sorta di incantevole rito musicale, volto a celebrare boschi e foreste, nell’ora panica della nostra esistenza. E’ ricerca dell’origine e della tradizione primordiale (volendo qui scomodare la parola e la religiosità di Guido De Giorgio), al di là dello spazio e del tempo, sicuramente di quelli piattamente odierni. SACRED WOODS va oltre, cerca l’oltre.

Se la musica è la più alta forma di filosofia, è pensiero che si incarna nel mondo ed attraversa il tempo per incendiare cuori e/o placare animi, in questi solchi vale, in special modo, la seconda cosa. Il folk rock celtico e progressivo di Arthuan Rebis (pseudonimo più che mai ermetico-alchemico) si configura pertanto come un viaggio musicale dell’anima, all’inesausta ricerca di paesaggi altri, come un percorso di elevazione/sublimazione, attraverso il pentagramma, dai contorni mistico-religiosi.

Complimenti alla Black Widow, per avere scritturato un musicista che, più di ogni altra cosa, cerca il sacro nella musica e tramite la musica, raggiungendo vette di autentico lirismo poetico. Stupendo anche l’artwork.

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