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Pubblicato il Febbraio 14th, 2021 | by Antonio De Sarno

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Blackfield – For The Music (2020)

Tracklist
1. For the Music
2. After All
3. Garden of Sin
4. Under My Skin
5. Over & Over
6. Falling
7. White Nights
8. Summer’s Gone
9. It’s So Hard

Etichetta Parlaphone/CD

Durata 30’18”

Personell
Steven Wilson (vocals, guitars) ● Aviv Geffen (vocals, guitars, keyboards) with Tomer Z (drums) ● Hadar Green (bass) ● Omri Agmon (guitar) The Budapest Art Ochestra & The London Orchestra ● Eran Mitelman (electric organ, keyboards) ● Rik Simpson (guitar)

Ecco un disco che ci costringe (a malincuore) a sperare che l’esperienza dei Blackfield sia presto archiviata definitivamente. Se già i singoli che avevano anticipato il nuovo lavoro non facevano ben sperare, davanti a questo FOR THE MUSIC si prova una forte delusione. Un album affossato da una produzione eccessiva, perfettamente mainstream nel senso peggiore del termine e, soprattutto, contenente una serie di brani che sembrano gli ennesimi rigurgiti di quello che fu.

La precisa volontà del due era quella di creare delle canzoni pop ad alto tasso emozionale, portando avanti il sound dei Porcupine Tree di LIGHTBULB SUN, per intenderci, mescolato alla personalità spiccata del buon Aviv, autore molto sensibile. L’equilibrio tra le due anime ha dato alla luce, come tutti ricorderanno, almeno due ottimi lavori e poi una sequenza di dischi altalenanti. Eppure i dischi precedenti, per quanto progressivamente sempre più poveri, avevano al loro interno dei brani che si elevavano al di sopra della totale inutilità dell’album qui presente, una mezz’oretta scarsa che pensa di “fare” grande cose, ma finisce solo per farci rimpiangere il passato. Il problema probabilmente sta nelle intenzioni di Aviv, rimasto da tempo praticamente da solo a gestire il progetto, con Wilson che si limita a pochissimi interventi. 

Più che un passo falso,  FOR THE MUSIC sembra l’ultima tappa di un percorso che ha davvero intrapreso una strada senza uscita. Per carità, Geffen non sarà sicuramente il primo a voler inseguire il successo ad ogni costo (vero Steven?), ma il prezzo da pagare è una scrittura troppo prevedibile e, dispiace ammetterlo, senza motivo di interesse per chi, nella musica, cerca qualcosa in più.

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