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Pubblicato il Novembre 28th, 2021 | by Ed Pisani

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Esperanza Spalding – Songwrights Apothecary Lab (2021)

Tracklist
1. Formwela 1
2. Formwela 2
3. Formwela 3
4. Formwela 4
5. Formwela 5
6. Formwela 6
7. Formwela 7
8. Formwela 8
9. Formwela 9
10. Formwela 10
11. Formwela 11
12. Formwela 13

Etichetta Concord/CD

Durata 60’47”

Personell
Esperanza Spalding (bass, piano, vocals) ● Aaron Burnett (saxophone) ● Ganavya Doraiswamy (vocals) ● Leo Genovese ( piano) ● James Greeley (eagle-bone whistle) ● Lamont Hamilton (bell) ● Lamont Hamilton (bell) ● Corey King (vocals) ● Francisco Mela (drums) ● Phoelix (piano, synthesizer, vocals, xylophone) ● Chris Sholar (guitar) ● Wayne Shorter (saxophone) ● Matthew Stevens (guitar) ● Thrive Choir (vocals) ● Steve Turre (conch shell) ● Justin Tyson (drums, percussion, vocals)

Sono passati 15 anni dall’album di esordio di Esperanza Spalding, JUNJO, un lavoro molto radicato nel jazz, fino a 12 LITTLE SPELLS premiato nel 2019 ai Grammy Awards. Un’artista di enorme talento, polistrumentista, compositrice e interprete, che ha collaborato con musicisti molto diversi tra loro, da Bruno Mars a Harry Belafonte.

Il suo nuovo lavoro, l’ottavo, SONGWRIGHTS APOTHECARY LAB, si avventura in un territorio piuttosto inusuale di collaborazione tra musica, musico-terapia e neuroscienze, con l’obiettivo di avere un particolare effetto curativo su chi ascolta. Ci sembra che la Spalding provi a interpretare in modo letterale e metodico quanto detto una volta da John Coltrane: “If one of my friends is ill, I’d like to play a certain song and he will be cured.” Non per niente anche il lavoro di Alice Coltrane sembra ispirare questo approccio.

I progetti della Spalding hanno sempre espresso un bisogno compulsivo di spingere la sua arte oltre il jazz, e ciascuna delle collaborazioni rivela un’artista profondamente impegnata nel cuore e nell’artigianato della musica. La sua creazione artistica si è evoluta fino al punto di non potere più incarnare un solo modo di esprimersi, con poca attenzione per il grande pubblico. Le composizioni dell’album sono numerate in modo sequenziale da Formwela 1 fino a 13, registrate nel corso di diversi mesi del 2021 in diverse location e accompagnate da una guida che descrive l’uso e gli effetti previsti per ciascuna delle tracce musicali. Le proprietà curative attribuite a ogni brano derivano da conversazioni che la Spalding ha avuto con musico-terapeuti e neuroscienziati. Una medicina che nasce da giornate trascorse nella natura o dalla solitudine intenzionale.

Ad aprire il Formwela 1 è una costruzione lenta di armonie sovrapposte che scivolano sulla sua voce cristallina, posate su un pianoforte e una chitarra. Secondo la guida si tratta di un “momento di stress acuto in casa”. Il suo incontro con la polistrumentista Ganavya Doraiswamy su Formwela 2 è etereo e profondamente radicato nelle tradizioni che lo hanno generato: la poesia e l’elasticità del jazz. La collaborazione con il trombonista Corey King invece riesce a equilibrare il talento dei due artisti. Entrambi cantano “Dare to say it” nell’esortare ad amarci per raggiungere la nostra pace esistenziale. Dove l’album vacilla è quando si perdono il senso dello spazio e dell’intimità creati all’inizio. Formwela 8 è una traccia di 12 minuti che sembra monotona e troppo pesantemente appoggiata su batteria e sassofono.

Forse « formwela » è la combinazione di “forma” e di “bene”, che formano un suono che ci aiuta a interpretare i legami che ci uniscono. Esperanza Spalding prova con determinazione ad avvicinarsi a noi, a prescindere dalle distanze spazio-temporali che ci separano.


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