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Pubblicato il Novembre 13th, 2020 | by Paolo Formichetti

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M. A. Araujo: il silenzio all’improvviso

Nella florida scena progressiva brasiliana (a dire il vero più ricca negli ultimi decenni che negli anni 70-80), il nome di Marco Antonio Araujo non è di sicuro il più conosciuto dagli appassionati. Sicuramente molti lo conoscono per sentito dire, ma non sono così numerosi  quelli che hanno avuto la fortuna di imbattersi nella musica di questo straordinario artista, nato a Belo Horizonte nel 1949 e morto nel 1986 a soli 37 anni. In questa Guida all’Ascolto prenderemo in esame la sua intera produzione discografica, costituita da quattro album in studio.




INFLUENCIAS (Strawberry Fields, 1981) – Araujo entrò nel mondo della musica dopo un soggiorno londinese durato un paio d’anni durante il quale venne a contatto con gruppi del calibro di Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin, Deep Purple. Tornato in Brasile iniziò a studiare chitarra classica fino a entrare a far parte della Symphonic Orchestra of Minas Gerais, nella quale si trovò fianco a fianco con il violinista Marcus Viana leader dei Sagrado Coraçao da Terra. Araujo fondò quindi una band denominata Grupo Mantra, nella quale militava alla chitarra suo fratello Alexandre, e incise nel 1981 questo lavoro d’esordio. La ristampa PRW del 1994 include due bonus track, per un totale di 8 tracce interamente strumentali di lunghezza variabile tra i 10 minuti (le suite Panoramica e Folk song) fino a poco più di 4 minuti. La musica proposta da Araujo è un progressive squisitamente sinfonico, di stampo classico e molto orchestrale, caratterizzato da bellissime e dolci melodie, splendidi dialoghi tra flauto e chitarra elettrica, il tutto supportato da raffinati accompagnamenti di chitarra acustica, tastiere e strumenti ad arco come il violoncello. Una delle cose più piacevoli di questo disco, al di là dell’indubbio valore artistico delle composizioni, è l’atmosfera leggera e gioiosa che lo permea, un senso di spensieratezza e di pace interiore che non può non riflettersi anche sull’ascoltatore, dando una prova concreta della grande influenza che può avere la musica su di noi. Difficile segnalare un pezzo rispetto ad un altro quand’anche il brano più corto, la breve bonus track Entr’act I & II, riesce a stupire con la sua impostazione colta e il suo andamento che a volte ricorda, nello stile, alcune composizioni classiche per chitarra e orchestra come il celebre Concierto de Aranjuez di Rodrigo. Molto bella anche la seconda bonus track Floydiana II, caratterizzata da una melodia veramente straordinaria, leggermente venata di malinconia e per questo in leggero contrasto con i restanti pezzi del disco.




QUANDO A SORTE TE SOLTA UM CISNE NA NOITE (Strawberry Fields, 1982) – Anche il secondo lavoro di Marco Antonio Araujo venne realizzato con l’ausilio del Grupo Mantra. La ristampa PRW del 1994, contenente tre bonus track, presenta la particolarità di avere le canzoni mescolate in un ordine diverso rispetto all’LP originale. Il CD, che consta di otto pezzi sempre interamente strumentali (due superano i 10 minuti di durata), si apre con il brano Floydiana, che, in forma rielaborata, appare come bonus track sul disco precedente. Se il secondo brano si mantiene sempre sulla stessa falsariga, con il terzo pezzo, che dà il titolo al disco, le cose cambiano. La componente rock, sempre presente in misura maggiore o minore nelle composizioni precedenti, cede definitivamente lo scettro di protagonista a quella orchestrale-classicheggiante: un magico violoncello ammanta di dolce tristezza un brano ricchissimo di pathos che colpisce diretto al cuore e lascia senza fiato per la sua bellezza. Questa impostazione la ritroviamo, dopo la lunga ma non troppo esaltante Pop music, nelle classicheggianti e struggenti Adagio e Illustraçoes, che sembrano veramente brani di musica classica. La suite successiva è invece una bonus track decisamente più sperimentale, che in alcuni momenti sfiora l’avanguardia e persino il rumorismo, risultando decisamente poco fruibile. La sonata finale per violino e violoncello, anch’essa ovviamente di ispirazione classica, è molto bella e risolleva le quotazioni di un disco che, con le due lunghe suite a rappresentarne i brani più deboli, è forse qualitativamente leggermente inferiore rispetto al precedente.




ENTRE UM SILENCIO E OUTRO (Strawberry Fields, 1983) – Per le registrazioni del suo terzo album Araujo decise di non avvalersi dell’opera del Grupo Mantra. Il musicista brasiliano si occupa delle chitarre acustiche oltre che della composizione dei vari brani e viene affiancato da Paulo Guimares al flauto, da Marcio Mallard al violoncello e, sempre al violoncello, da Jacques Morelenbaum, grandissimo musicista e arrangiatore che in seguito avrebbe collaborato con notissimi artisti internazionali, tra i quali possiamo ricordare Pat Metheny e Sting (per il quale ha realizzato gli arrangiamenti del live registrato in Toscana proprio la sera del famigerato 11 settembre 2001). La ristampa in CD consta di cinque brani e, oltre alle due suite Fantasia n. 2 e Fantasia n. 3, che in origine costituivano l’album e che durano ognuna circa 20 minuti, contiene tre bonus track, due delle quali rielaborazioni molto ispirate e ben arrangiate di brani presenti sul disco d’esordio. L’ispirazione classicheggiante presente nei lavori precedenti trova in questo CD la sua massima espressione, complice anche la strumentazione utilizzata: archi, flauto e chitarra classica intrecciano infatti melodie rilassate e ariose che potrebbero essere facilmente scambiate per brani di musica classica. Il risultato è sorprendente ed estremamente piacevole, anche se, meglio sottolinearlo, in questo caso si può parlare di rock progressivo nel senso più ampio del termine dato che di rock, in questo disco, non ve n’è traccia.




LUCAS (Strawberry Fields, 1984) – L’ultimo lavoro di Araujo viene ancora una volta realizzato con un nutrito gruppo di musicisti ospiti tra i quali spicca ancora il nome del violoncellista Jacques Morelenbaum. Il disco vede la luce due anni prima della prematura scomparsa di Araujo avvenuta – ironia della sorte – il giorno prima dei festeggiamenti organizzati dalla popolare rivista musicale brasiliana Veja che lo aveva eletto  “miglior strumentista dell’anno”. La ristampa in CD consta di sette tracce strumentali, le quattro del vinile originale più tre bonus track. Il livello qualitativo delle composizioni è ancora una volta piuttosto elevato e lo stile del disco è ben esemplificato nella lunga suite iniziale, Lembranças, stupendo miscuglio di rock sinfonico, musica classica, folk brasiliano. La successiva Caipira è un tripudio di chitarre e flauti, mentre la title track, dedicata al figlio Lucas, è una strana composizione atmosferica e rarefatta. La track list originale si chiude con un brano per sola chitarra acustica dedicato a Jimmy Page che in effetti ricorda alcuni momenti folkeggianti dei Led Zeppelin o le scorribande solistiche di Steve Howe. Il disco si chiude con delle graziose bonus track: Brincadeira è un pezzo per chitarra classica e flauto che ricorda alcune sonate di Scarlatti, Cavaleiro un delicato acquerello in cui a chitarra flauto e archi si affiancano sporadici vocalizzi, mentre 3rd Gymnopedie è una riuscitissima versione del brano di Satie eseguita per chitarra, cello e flauto, malinconica quanto basta per salutare il breve viaggio terreno di un artista straordinario, che avrebbe meritato sicuramente maggiore fortuna.

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