Isole

Pubblicato il Agosto 25th, 2016 | by Paolo Carnelli

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Marco Iacobini (solo artist)

I dieci dischi dell’isola deserta di MARCO IACOBINI, indiscutibilmente uno dei più interessanti nuovi talenti italiani della sei corde. Il suo curriculum vanta prestigiose collaborazioni con artisti come Tony Levin, Dave Weckl, Keith Carlock, Thomas Lang, Virgil Donati, Stuart Hamm, Mike Terrana, Carl Verheyen, Billy Sheehan, Joel Taylor, Philippe Saisse, Phil Maturano, Bill Bergman e tanti altri. Non è quindi un caso che molti di questi artisti siano presenti proprio nel nuovo, splendido album di Marco, intitolato “The sky there’ll always be”. More info: www.marcoiacobini.com


CANDYMAN – Steve Lukather (1994)
Uno degli album che maggiormente ha influenzato il mio stile chitarristico e musicale. Grandi composizioni, un suono incredibile, line up formidabile, con Simon Phillips, David Garfield, John Pena, Brandon Fields e Louis Conte. Forse uno dei migliori episodi di Luke.

TAMBU – Toto (1995)
Il primo album dei Toto dopo la morte di Jeff Porcaro. Primo album in studio con Simon Phillips alla batteria. Grande produzione da parte di Elliot Scheiner. Ottime composizioni. Luke fa le veci del band leader e non fa rimpiangere affatto la mancanza di un vocalist, poiché il suo carisma e la sua grandissima personalità lo rendono il trascinatore di un quartetto che esplora, grazie al suo sound, territori sempre più vicini al rock ed alla fusion. Uno degli episodi migliori, dopo un tour lungo oltre due anni, con il peso della morte di un fratello. Grande rispetto.

I – Van Halen (1978)
Album fondamentale per la mia crescita chitarristica. Qualcosa di travolgente ed innovativo, al tempo stesso. Un suono di chitarra, troppo spesso imitato, senza mai giungere, alle vette toccate dalla personalità geniale di questo ragazzo olandese. Grande carisma di David Lee Roth, ottime composizioni, un sound unico ed inimitabile. Una pietra miliare della storia del rock.

AXIS BOLD AS LOVE – Jimi Hendrix (1967)
Secondo album in studio per il genio di Seattle, che già aveva stregato l’Inghilterra. Una miriade di composizioni geniali, ormai patrimonio dell’umanità. Sempre moderno, con un Hendrix attento ad ogni dettaglio. Uno degli episodi migliori.

SURFING WITH THE ALIEN – Joe Satriani (1986)
Non si puo’ spiegare, bisogna ascoltarlo per capire. Un grazie sentito al ragazzo italiano della bay area.

SECRET STORY – Pat Metheny (1992)
L’apice di tutta la visione musicale di Metheny. Grande produzione di David Geffen. Lavoro incredibile da parte di Jeremy Labbock per l’arrangiamento degli archi. Composizioni poetiche, arricchite dalla presenza di personaggi del calibro di Toots Thielemans. Un patrimonio dell’umanità, per chi necessita’ di musica con la M maiuscola. Immortale. Senza tempo.

TRANSITION – Steve Lukather (2013)
Una bellissima sorpresa, dopo episodi, non proprio convincenti, fatta eccezione per il precedente: All’s Well that Ends Well di buona fattura. Un Luke, maturo, figlio del proprio tempo, che vive il presente e che non resta ingabbiato in stereotipi di un passato ingombrante. Grandissimo suono. Bellissime composizioni. Fresco e moderno. Commovente la cover strumentale di Charlie Chaplin: Smile che chiude un disco autobiografico, lanciando il miglior messaggio di speranza che ci si potesse augurare.

TIME TO BURN – Giant (1992)
Un gigante come Dan Huff, non poteva non chiamare il proprio gruppo Giant. Disco di grande impatto. La bibbia dei suoni di chitarra. Sound eminentemente americano di matrice Los Angeles, Nashville. Grandissime composizioni. Produzione al top. Un Dan Huff in gran forma per un disco che avrebbe dovuto sancire il successo di una band fondamentale per l’ AOR americano, ma che molti hanno ritenuto, incomprensibilmente, troppo sofisticato.

TWO LANES OF FREEDOM – Tim Mcgraw (2013)
Quando ancora i dischi si fanno con passione e serietà. Non me lo aspettavo da tempo, un approccio simile. Tutto al posto giusto, grazie anche al lavoro di Chris Lord Alge. Forse è meglio ascoltarlo che spiegarlo. OK, è musica country moderna, Nashville dei giorni nostri, ma è  talmente affascinante da ammaliare sicuramente chi ci si accosterà con curiosità, nel giusto modo.

MINDFIELDS – Toto (1998)
Altro episodio che vede il grande Elliot Scheiner nelle vesti di produttore. Produzione al top. Brani bellissimi, Luke al servizio della band.  Il ritorno di Bobby Kimball che sancirà poi, in seguito, il rientro nella line up, di Joseph Williams. Album memorabile, ricco di dettagli e sfumature, ma concreto, che ci ricorda quanto sia importante ricordarsi di fare musica e non uno sterile esercizio di stile. Uno degli episodi migliori.

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