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Pubblicato il Ottobre 24th, 2019 | by Paolo Formichetti

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MIA: prog dall’argentina

I MIA, acronimo per Músicos Independientes Asociados (Musicisti Indipendenti Associati), nacquero in Argentina nel 1975 come cooperativa indipendente dedita alla musica ma anche ad altre arti (facevano parte dell’associazione anche disegnatori, grafici ecc.). Nei Mia militarono, nel tempo, una cinquantina di artisti tra i quali vanno ricordati Lito Vitale (uno dei musicisti argentini più famosi, all’epoca giovanissimo) e sua sorella Liliana Vitale. Una curiosità sul gruppo, che in Argentina ebbe un discreto seguito, è data dalla loro intensa (per l’epoca) attività, per così dire, di “marketing”: durante i concerti veniva infatti distribuito al pubblico un modulo mediante il quale ci si iscriveva a una sorta di servizio di mailing, un bollettino informativo tramite cui era possibile ricevere informazioni sulle attività del gruppo e acquistare le loro pubblicazioni discografiche. In questa breve guida all’ascolto verranno presi in esame i tre dischi in studio realizzati dalla band.




TRANSPARENCIAS (Ciclo 3, 1976) – Si tratta dell’album di esordio dei MIA e vede Nono Belvis al basso, Daniel Curto alla chitarra, Lito Vitale alle tastiere, organo, sintetizzatori e batteria, Liliana Vitale alla batteria, percussioni, flauto e voce, Juan Del Barrio al piano, organo e batteria. Il disco si apre con Reincontrando El Camino breve brano strumentale di ispirazione classica, condotto magistralmente dal pianoforte di Vitale con basso e batteria che lo accompagnano solo nel tema che inizia e chiude il brano. El Casamiento de Alicia è un pezzo più lungo, anch’esso interamente strumentale, nel quale Vitale sfodera organo e synth con risultati decisamente apprezzabili, che non possono non ricordare le migliori band progressive italiane di quegli anni. In questo brano, strutturato come una sorta di mini suite, trova spazio anche una rielaborazione di Pomp and Circumstance di Edward Elgar (tema incluso nella magnifica colonna sonora di Arancia Meccanica). Le forti influenze della musica classica sono evidenti anche nella traccia successiva, Imagen II, che include una rielaborazione del Preludio n. 1 di J. S. Bach, mentre la successiva Contrapunto Ritmico vede nuovamente l’organo a condurre le danze degnamente accompagnato dal basso e dalla batteria, che si mettono in evidenza con assoli di ottima fattura. La title track chiude il disco: una meravigliosa suite di oltre 20 minuti nella quale un ottimo flauto dialoga delicatamente con la chitarra classica e il pianoforte, alternandosi a poetici vocalizzi ascoltando i quali possono essere apprezzate le doti vocali di Liliana Vitale. Nella suite fa capolino anche una chitarra elettrica che impreziosisce il tutto con assoli che vanno a fondersi armoniosamente con la voce di Liliana e i ricami di pianoforte di Lito.




MAGICOS JUEGOS DEL TIEMPO (Ciclo 3, 1977) – La formazione dei MIA, rispetto a quella del disco precedente, conserva solamente i fratelli Vitale e Nono Belvis alle chitarre e al basso, ai quali si aggiunge il chitarrista e cantante Alberto Munoz. Il disco si mostra piuttosto diverso dal lavoro d’esordio innanzitutto per quanto riguarda l’abbondante presenza di parti cantate, che caratterizzano tutti i brani, ma anche per lo stile delle canzoni, un po’ meno orientate verso il rock sinfonico degli esordi e un po’ più legate ad un folk di tipo tradizionale. La maggior parte dei brani assume infatti una “struttura-canzone” con parti strumentali piuttosto ridotte, dolci melodie vocali che sorvolano arrangiamenti molto raffinati basati principalmente sul pianoforte e sulla chitarra acustica. Certo il prog fa ancora capolino qua e la, specie in Antiguas Campanas del Pueblo o nella lunga Archipelagos de Guernaclara (ricca di variegate influenze, dalla musica classica al jazz) ma certo brani come Lirica del Sol o Corales de la Cantata Saturno” (una specie di cantata di musica sacra per sole voci e organo), pur se di indubbio fascino, potrebbero lasciare perplesso il prog fan più tradizionalista.




CORNONSTIPICUM (Ciclo 3, 1978) – In questo terzo album i MIA sono costituiti da Lito e Liliana Vitale, Daniel Curto, Nono Belvis, Alberto Munoz. Stilisticamente il disco presenta un felicissimo ritorno al rock sinfonico che aveva caratterizzato l’album di esordio e può sicuramente essere definito come l’album della maturità e della definitiva consacrazione dei Mia tra i grandi del progressive argentino di tutti i tempi. Il disco si apre con lo strumentale La Coronacion del Farre, che dopo un inizio dolce e pacato dominato da flauti e pianoforte riprende il tema principale con il sintetizzatore ricordando da vicino la Premiata Forneria Marconi. Il pezzo successivo, Imagen III, è anch’esso caratterizzato da un atmosfera pastorale con flauti e chitarre classiche che tessono dolci melodie mentre in Crifana y Tamilstenes sono i vocalizzi che, intrecciandosi su una magnifica linea melodica, creano la particolare atmosfera che permea il brano. Il successivo Las Persianas No è un grazioso e purtroppo brevissimo intermezzo che ricorda la mitica Traccia del Banco del Mutuo Soccorso e che fa rimpiangere la sua troppo breve durata, mentre Piedras de Color è un breve strumentale di solo pianoforte che conduce alla suite omonima di oltre 17 minuti, vero e proprio picco creativo dell’intero disco, che con i suoi meravigliosi intrecci di chitarre, flauti, tastiere e cori non può non ammaliare l’ascoltatore.


 

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