Live report

Pubblicato il Agosto 7th, 2019 | by Lino Carfagna

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Steve Hackett, Genesis Revisited 2019 – Roma, Cavea Auditorium Parco della Musica, 20/7/2019

L’ex chitarrista dei Genesis Steve Hackett è salito sul palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma nell’ambito del tour Genesis Revisited 2019 per un concerto che si può definire all’insegna della nostalgia e del ritrovarsi tra vecchi amici, quasi dei militanti, vista l’età dei partecipanti. In programma l’esecuzione di  alcuni brani di SPECTRAL MORNINGS in occasione del 40^anniversario della sua pubblicazione e  la riproposizione integrale di SELLING ENGLAND BY THE POUND, anno 1973, da alcuni considerata l’opera dei Genesis più riuscita e matura in assoluto. E’ sempre un azzardo per chiunque riprendere vecchi classici e riproporli in una veste diversa o anche semplicemente rinnovata ma Hackett e la sua band hanno sapientemente evitato questa insidiosa trappola eseguendo i vecchi brani con una freschezza e un entusiasmo invidiabili che hanno subito tramesso al pubblico presente, trascinato in un amarcord senza tempo.

I musicisti al fianco del chitarrista britannico si sono dimostrati tutti ampiamente all’altezza: da Roger King alla tastiere, autore di una impeccabile intro al piano su Firth of Fifth a Craig Blundell, dal drumming pulito e sempre preciso alla batteria, protagonista di un coinvolgente assolo sottolineato da lunghi applausi del pubblico. Decisamente notevole il cantato di Nad Sylvian su The battle of Epping Forest di non facile esecuzione e su More Fool Me, ballata romantica che chiude la prima facciata di SELLING ENGLAND BY THE POUND e che fu originariamente affidata alla voce di Phil Collins.  Grande rilievo nella band hanno sicuramente il flautista e sassofonista Rob Townsend che esegue egregiamente ai fiati anche parti originariamente eseguite con altri strumenti e Jonas Reingold al basso e seconda chitarra.

Steve Hackett, il gran cerimoniere, non riserva ovviamente sorprese e conferma di essere il gran chitarrista che è padroneggiando abilmente la sua Gibson  e regalando al pubblico anche un siparietto acustico con la ben nota Horizons, tratta da FOXTROT, durante l’esecuzione della quale si è creato nell’anfiteatro un religioso silenzio, quasi irreale, poi sfociato in uno scrosciante applauso finale. Ringrazia spesso in italiano Steve alla fine dei brani a testimonianza del particolare rapporto d’affetto che lo lega all’Italia come d’altra parte gli altri membri dei Genesis. Il concerto si  conclude con ben due bis tratti da A TRICK OF THE TAIL, album datato 1976 e cioè Los Endos con un Craig Blundell in grande spolvero alle percussioni e il brano omonimo rivisitato in una formamolto più rockeggiante dell’originale, con il pubblico ormai quasi tutto ai piedi del palco a scattare foto, urlare la propria gioia e avere voglia che tutto ricominci…. perchè il naufragar ci è dolce in questo mare!

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