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Pubblicato il Gennaio 10th, 2024 | by Paolo Formichetti

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Supersonic Revolution – Golden Age of Music (2023)

Tracklist
1. SR Prelude
2. The Glamattack
3. Golden Age Of Music
4. The Rise Of The Starman
5. Burn It Down
6. Odyssey
7. They Took Us By Storm
8. Golden Boy
9. Holy Holy Ground
10. Fight Of The Century
11. Came To Mock, Stayed To Rock
12. Children Of The Revolution (Bonus Track)
13. Heard It On The X (Bonus Track)
14. Fantasy (Bonus Track)
15. Love Is All (Bonus Track)

Etichetta Mascot Label

Durata 67’20”

Personell
Arjen Lucassen (bass) ● Timo Somers (guitar) ● Koen Herfst (drums) ● Joost van der Broek (keyboards) ● Jaycee Cuijpers (vocals)

Arjen Anthony Lucassen è un nome ben noto agli appassionati di progressive. Il musicista olandese è infatti la mente dietro al progetto Ayreon, monicker con il quale ha realizzato vere e proprie opere rock a cavallo tra metal e progressive, collaborando ogni volta con una pletora di strumentisti e cantanti ospiti (Fish, James LaBrie, Michael Romeo, Phideaux Xavier, Daniel Gildenlöw, solo per citarne alcuni). La frenesia compositiva del talentuoso musicista è sempre stata tale che nel tempo sono fioccati anche progetti paralleli e collaborazioni varie (Star One, Ambeon, Stream of Passion, The Gentle Storm) fino ad arrivare alla nuova avventura musicale dei Supersonic Revolution. Tale progetto si allontana dall’ambito progressive per mostrare l’amore che Lucassen prova per il classico hard rock degli anni ’70 e per la New Wave of British Heavy Metal degli anni ’80 (anche se la copertina coloratissima fa più pensare al “flower-power” anni ’60). Nei Supersonic Revolution Lucassen riserva per sé l’inedito ruolo di bassista e si affianca a Timo Somers alla chitarra, Joost van den Broek alle tastiere, Koen Herfst alla batteria, affidando le parti vocali a Jaycee Cuijpers, attuale frontman dello storico gruppo metal inglese Praying Mantis. I riferimenti sopracitati appaiono evidenti fin dal brano d’inizio, The Glammatack, dove un ruggente Hammond e chitarre elettriche affilate ci portano in territori vicini a Deep Purple e gruppi affini, o nella orecchiabilissima title track dove proseguono le battaglie tra l’organo e la sei corde. Andando avanti nella track list le coordinate rimangono su per giù le stesse, con il prog relegato nell’angolo, i riff infuocati che si susseguono e l’ugola di Cuijpers che giganteggia ricordando a tratti quella del mostro sacro Ronnie James Dio. L’amore per simili sonorità è rimarcato anche dalle cover presenti a fine disco: si tratta di brani di ZZ Top, T.Rex, Roger Glover (bassista dei Deep Purple), e persino di una trascinante versione hard rock di Fantasy degli Earth, Wind & Fire.
Nonostante si tratti di un lavoro che potrebbe non incontrare i fan più intransigenti del progressive, il disco è spontaneo, piacevole ed ottimamente suonato e mostra in maniera palese la voglia di divertirsi dei musicisti e il desiderio da parte di Lucassen di tirare il fiato e distrarsi un po’ dalle partiture intricate e dai concept epici che caratterizzano la produzione degli Ayreon.

 

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