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Pubblicato il Novembre 16th, 2021 | by Roberto Paravani

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The Rolling Stones – Get Yer Ya-Ya’s Out! (1970)

Tracklist

Lato A
1. Jumpin’ Jack Flash
2. Carol
3. Stray Cat Blues
4. Love In Vain
5. Midnight Rambler

Lato B
1. Sympathy For The Devil
2. Live With Me
3. Little Queenie
4. Honky Tonk Women
5. Street Fighting Man


Personell
Mick Jagger – vocals, harmonica ● Keith Richards – guitar, backing vocals ● Mick Taylor – guitar ● Bill Wyman – bass guitar ● Charlie Watts – drums ● Ian Stewart – piano


Everybody seems to be ready… are you ready? the greatest rock’n roll band in the world: the Rolling Stones!

Nel novembre del 1969 e nell’imminenza dell’uscita di LET IT BLEED, i Rolling Stones tornano dopo tre anni a suonare negli Stati Uniti. A supporto del breve tour, scelgono gente del calibro di Terry Reid, B.B. King e Ike and Tina Turner. Da quel tour, specificatamente dai quattro concerti tenuti il 26 a Baltimora, il 27 e 28 a New York, viene estratto il secondo live della loro discografia, probabilmente il più riuscito, sicuramente quello che documenta meglio di ogni altro il vero spirito malsano della band.

A differenza del precedente GOT LIVE IF YOU WANT IT!, sin troppo acerbo e manipolato in studio e di tutti i successivi che risulteranno spesso stemperati dal passare degli anni, GET YER YA-YA’S OUT!, per quanto anch’esso non privo di qualche maquillage in studio, riesce a catturare il lato più nero e meno mainstream degli Stones.

Il tour è il primo con il nuovo chitarrista Mick Taylor, che a luglio ha preso il posto di Brian Jones, e l’ultimo in cui la band (con Ian Stewart al piano, membro fondatore ma mai ufficializzato per motivi “estetici”) suona al completo e senza il supporto di musicisti esterni. Quindi il suono è parecchio scarno, grezzo, sgangherato. La chitarra elegante di Taylor si erge a fatica sopra il fetido tappeto ritmico disposto da Richards.

Il repertorio scelto prevede un paio di estratti dall’album in uscita, pochissimi successi, un paio di tributi al maestro Chuck Berry (che in alcune date del tour apre per loro al posto di B.B. King) e una grande quantità di blues: spettacolari gli oltre nove minuti di Midnight Rambler e la dolente Love in Vain di Robert Johnson, che certificano quanto il gruppo sia sempre stato debitore nei confronti dei maestri del blues neri.

Pochi giorni dopo il termine di quei concerti, gli Stones esigono la loro personale Woodstock: il 6 dicembre guidano il famoso festival di Altamont, una delle pagine più buie nella storia del gruppo e di conseguenza, del rock.




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