Live

Pubblicato il Novembre 9th, 2016 | by Antonio De Sarno

0

U-GENE – Lainate (MI), Alterazioni Festival, 6/11/2016

Chi segue il prog, anche solo dal punto di vista collezionistico, conoscerà già il nome di Massimo Giuntoli: soprattutto per quell’opera ricercatissima che fu Diabolik e i Sette Nani (1981, Rombo) una summa del pensiero Canterbury filtrato attraverso le sensibilità di Massimo al pianoforte e Roberto Meroni al sax e clarinetto…

Una buona parte di quel lontanissimo disco fu registrato dal vivo per catturare al meglio le sinergie del formato duo e questa caratteristica è stata una costante nella carriera del pianista milanese. Negli ultimi anni infatti abbiamo potuto seguire innumerevoli esibizioni del Nostro in duo nell’ambito di progetti sempre al confine con l’avanguardia (quindi l’area colta) e un progressive “cameristico” che sfiora sovente il Rock in Opposition. Tra questi non possiamo non citare il duo Hobo, ormai prossimo al debutto discografico e ultimamente impegnato a proporre un sentito omaggio a Robert Wyatt in giro per l’Italia. Certo, il lavoro di Giuntoli va contemporaneamente in mille altre direzioni, dalla grafica alla militanza nella Artchipel Orchestra di Ferdinando Faraò, alla direzione artistica di moltissimi eventi nel corso degli anni.

Arriviamo quindi all’esibizione che marca il debutto del progetto U-Gene, all’interno della quarta edizione della rassegna di musica “altra” diretta (con grande partecipazione di pubblico) dallo stesso Massimo. A dividere il palco con Giuntoli, la bravissima chitarrista Silvia Cignoli. Il set, un unico brano di un’ora con un susseguirsi di atmosfere sospese tra suggestioni alla Anglagaard di Epilog e qualcosa di arcaico e indefinibile, arriva a una conclusione drammatica con tanto di crescendo di organo liturgico e lancinanti tessiture di e-bow. Più che eseguire le sezioni che comprendono l’opera, il duo sembra lanciare un incantesimo che lentamente avvolge la platea per tutta la durata del “viaggio” strumentale. Unico rammarico quello di non potersi gustare il tutto all’infinito, tra le mura domestiche (o altrove). Una testimonianza in cd, anche una registrazione live, vista l’apparente estemporaneità di alcuni momenti, strapperebbe la musica dall’oblio della temporaneità. Siamo certi che ulteriori ascolti potrebbero solo migliorare l’esperienza della musica degli U-Gene e renderla appetibile a più persone possibile.

(foto Antonio De Sarno)

Tags: ,


Articolo a cura di



Lascia un commento