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Pubblicato il Agosto 12th, 2016 | by Roberto Paravani

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Anthony Phillips & Andrew Skeet – Seventh Heaven (2012)

Tracklist
CD 1
1. Credo In Cantus
2. A Richer Earth
3. Under The Infinite Sky
4. Grand Central
5. Kissing Gate
6. Pasquinade
7. Rain On Sag Harbour
8. Ice Maiden
9. River of Life
10. Desert Passage
11. Seven Ancient Wonders
12. Desert Passage (Reprise)
13. Circle of Light
14. Forgotten Angels
15. Courtesan
16. Ghosts of New York
17. Shipwreck of St Paul
18. Cortege

CD 2
1. Credo In Cantus (Instrumental)
2. Sojourn
3. Speak of Remarkable Things
4. Nocturne
5. Long Road Home
6. The Golden Leaves of Fall
7. Credo
8. Under The Infinite Sky (Guitar ensemble version)
9. The Stuff of Dreams
10. Old Sarum Suite
11. For Eloise
12. Winter Song
13. Ghosts of New York (Piano version)
14. Daniel’s Theme
15. Study In Scarlet
16. The Lives of Others
17. Forever Always

Etichetta Voiceprint/2 CD

Durata 46’43” + 51’08”

Personell
Andrew Skeet (piano) ● Anthony Phillips (guitars, oud, saz, fylde english bazouki, piano) ● Lucy Crowe (vocal) ● Belinda Sykes (vocal) ● John Parricelli (guitar) ● Martin Robertson (taragoto, E flat clarinet) ● Paul Clarvis (percussion) ● Chris Worsey (cello) ● Michela Srumova (soprano voice)

Il progetto Seventh Heaven inizia nel 2007 quando la Universal chiede a Phillips di scrivere del materiale library di stampo orchestrale. Nel 2008, Ant viene messo in contatto con Andrew Skeet, un giovane musicista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra con un curriculum già imponente. Il primo si occupa della composizione, l’altro degli arrangiamenti. E sebbene quasi tutti i brani siano composti da Ant, alla fine molti verranno accreditati alla coppia visto che il lavoro di Skeet ha aggiunto al tutto colore e sostanza. La prima parte delle registrazioni si svolgono nel dicembre del 2008 a Praga con l’orchestra filarmonica e il coro della città diretti da Miriam Nemcova. La seconda parte a Londra con una sezione d’archi diretta da Skeet nell’ottobre del 2009. La terza avviene negli studi di Abbey Road con una orchestra condotta da Skeet nel novembre del 2011. Il registrato si articola su 35 brani: 6 sono pezzi di chitarra provenienti da Fields Day cui Skeet ha aggiunto un sottofondo orchestrale, uno viene da Pathways & Promenades, il restante materiale è nuovo. L’iniziale Credo in Cantus, con la presenza della cantante lirica Lucy Crowe, indica la strada: ormai siamo ad un passo dalla musica colta. Ma lo stile, la sensibilità sono quelli di sempre, solo che questa volta Ant ha a disposizione una tavolozza di colori sterminata con cui può sbizzarrirsi in mille affreschi diversi: malinconici, solari, impetuosi, meditativi, senza quei piccoli cali di tensione emotiva che caratterizzano negativamente alcune opere passate. Ascoltato l’album, anche se non è chiaro quanto il talento di Skeet abbia influito, abbiamo la conferma che Phillips è un compositore e non un semplice musicista, e abbiamo anche la prova tranquillizzante che nonostante le centinaia di ore di musica composte, la vena creativa è lungi dall’essere esaurita. E che questo doppio album va collocato ai vertici della sua opera.

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